Oggi vogliamo dedicare la nostra attenzione al genere di pianta clematis molto diffusa: la clematide vitalba, della famiglia Ranunculaceae.

Il suo nome deriva da vite alba (vite bianca) ed è una tipologia di rampicante, può crescere fino a 12 metri. 

In Italia è presente su tutto il territorio, fino a 1300m in boschi e ambienti incolti. È addirittura considerata infestante per la sua particolarità di attecchire facilmente e legarsi a siepi e alberi.

Fioritura della Clematis Vitalba 

In questo periodo di aprile, si sta preparando alla fioritura che è appunto tipica dei mesi che vanno da maggio a luglio. 

I suoi fiori presentano una forma di coppa con 4 o 5 petali, quasi impercettibilmente profumati, e hanno una dimensione di circa 1,5 cm. Questi si formano intorno ai fitti rami e possono anche essere mangiati! Ricordate che per le deliziose frittate vanno usate le parti molto giovani della pianta.

Alla base, i suoi fusti ramificati possono diventare anche piuttosto grossi e permettono un solido attecchimento della pianta.

Infine i suoi frutti, acheni, si caratterizzano per una lunga estremità piumosa, che essendo trasportata dal vento, favoriscono la riproduzione della pianta.

Coltivazione fai da te della Clematis Vitalba

Questa pianta, come gli altri generi di Clematis, è semplice da far attecchire e mantenere. Basta ricordarsi di annaffiarla spesso e in maniera abbondante, in modo da mantenere il terreno umido. 

Inoltre, difficilmente si ammalano. L’unica grave patologia che può affliggere soprattutto le piante innestate su Clematis Vitalba è il wilt, cioè il seccume del fusto. Si può notare visibilmente dal disseccamento della pianta ed è necessario intervenire tagliando la pianta in prossimità del suolo, liberandosi delle potature. Se la messa a dimora è fatta in maniera efficace inserendo le radici profondamente, la pianta non avrà problemi a gettare nuovi fusti dal colletto. In generale, è una malattia rara e tende a non tornare.

Il fantastico mondo di Clematis

Concludiamo questo approfondimento con alcune curiosità.

  • Nell’antichità, i romani amavano particolarmente questa pianta perché attribuivano ad essa il merito di proteggere dai fulmini. Per questo motivo molte abitazioni la utilizzavano come recinzione e ornamento.
  • Gli inglesi la chiamavano “la gioia del viandante” per la sua spontaneità lungo i sentieri in autunno e in primavera.
  • Un altro soprannome attribuitole è “erba dei cenciosi”, in quanto i mendicanti sfruttavano le caratteristiche più irritanti della piante per infliggersi piaghe atte ad impietosire.
  • In Nuova Zelanda è stata dichiarata “unwanted organism“, organismo non gradito e non può essere propagata, distribuita o venduta.

Contattaci, restiamo a disposizione per portare a casa vostra un po’ di primavera!